La strategia di «Dmo Benečija » per il 2025 parte da due importanti risorse della Slavia Friulana: il santuario di Castelmonte/Stara Gora e lo straordinario ambiente naturale e boschivo, che può essere valorizzato anche in termini di salute e benessere attraverso la forestoterapia.Castelmonte è uno dei più antichi santuari mariani dell’arco alpino, come racconta il suo toponimo sloveno, Stara Gora, antica montagna appunto. La sua collocazione al limitare delle aree di insediamento degli slavi e dei latini ne ha fatto un punto di incontro spirituale tra gli sloveni, i friulani e gli italiani la cui devozione si allarga a diverse regioni dell’Italia settentrionale. Il legame degli sloveni con Castelmonte non è però solo spirituale: proprio nel santuario è stato rinvenuto, infatti, lo «Starogorski rokopis», il «Manoscritto di Castelmonte» attribuito all’abate Lorenzo da Mernico e scritto tra il 1492 e il 1498 (proprio all’inizio dell’età moderna), che rappresenta una delle più antiche testimonianza della differenziazione e della cristallizzazione della nuova lingua slovena dall’antica koiné slava e il suo passaggio dalla tradizione orale a quella scritta.
È per questi motivi che «Dmo Benečija» sta intessendo un fitto dialogo con i Frati Cappuccini (custodi del santuario), al fine di ospitare al suo interno non solo un info point turistico sulla Slavia (dove sarà possibile anche effettuare visite guidate al santuario), ma anche una esposizione permanente che, partendo proprio dal «Manoscritto di Castelmonte», cercherà di incuriosire i visitatori sulla lingua e la cultura degli sloveni del Torre, del Natisone e di Resia.
L’altro punto focale che «Dmo Benečija» vuole sviluppare sul territorio è la sua ricchezza boschiva in termini di salute e benessere, valorizzando il lavoro che già da anni stanno svolgendo l’associazione «Nascemed» e la cooperativa «Eco&Salute» intorno a discipline scientifiche come la forestoterapia e i bagni di foresta. Nelle Valli del Natisone è già stata certificata come idonea alla forestoterapia l’area delle cascate di Kot in comune di San Leonardo. La certificazione avviene sulla base di una rigorosa analisi di diversi parametri naturali del bosco di cui è dimostrato il giovamento per numerosi problemi di salute. Si ritiene che numerose altre località delle valli del Natisone, del Torre e di Resia godano delle stesse virtù terapeutiche. Ecco perché «Dmo Turismo Benečija» ha deciso di investire il budget di sua competenza (157 mila euro) del progetto Interreg «Itinerant», al quale ha partecipato come partner l’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone, non solo per ottenere la certificazione di nuove stazioni di terapia forestale in altre aree della Slavia Friulana, ma anche per iniziare a valorizzare questa risorsa dal punto di vista dell’attrazione turistica. Una parte del progetto sarà anche destinata a promuovere attività ed eventi per sensibilizzare la popolazione locale sul tema della salvaguardia del patrimonio naturalistico-ambientale e sull’adozione di stili di vita sostenibili.
A tal proposito va segnalato che è iniziato il 24 marzo (ma ci si può ancora iscrivere via mail all’indirizzo info@ecosalute.it) il corso per operatori di bagni di foresta (livello base), che si svolgerà fino al 7 maggio con lezioni online e con esperienze sul campo, proprio nella prima stazione forestale certificata delle cascate di Kot.
La forestoterapia è ideale per la Benecia, svolgendosi in territori montani sotto i 1500 metri di altezza. Le evidenze scientifiche dimostrano benefici per la salute superiori ai soggiorni montani ad altitudini superiori. Docenti del corso saranno Stefano Qualizza, medico di medicina generale nelle Valli del Natisone, Maurizio Droli, ricercatore universitario e guida di «Bagni di foresta», e Danila Petricig, guida di «Bagni di foresta». (Roberto Pensa)
dal Dom