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sabato 17 maggio 2025

poesia di Rocco Scotellaro

 

Van Googh La Siesta

Ai piedi dell’olmo


ROCCO SCOTELLARO

NOTTE IN CAMPAGNA

Coricàti ai piedi dell’olmo,
il cielo ha meno stelle per il vento.
Le Pleiadi sono incenerite,
l’Orsa è sgangherata
sull’orizzonte pulito.

Io voglio te, niente boccali di vino forte
né l’origano e il sale sul pane.
Tu distesa rimani
ferita da non so chi ti ha giocato a sorte.

(da È fatto giorno, Mondadori, 1954)

.

Un amore segreto, come quello con la "figlia del trainante", va in scena nell'ambientazione campestre delle poesie di Rocco Scotellaro: come scrive Silvia Mele, "sono donne non facili da vedere, da incontrare, protette non solo dal loro pudore e dalle tradizioni, ma anche dalla famiglia".

fonte Canto delle sirene

.

venerdì 9 maggio 2025

IL CONTE PECORAIO DI NIEVO IPPOLITO

 


Ho parlato di questo romanzo perchè è ambientato in Benecia.

https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/n/nievo/il_conte_pecoraio/pdf/nievo_il_conte_pecoraio.pdf

E-text12 nov 2013
Dall'incipit del libro: "Un bel paesino guarda nel mezzano Friuli lo sbocco d’una di quelle forre, che dividono il parlare italico dallo slavo; ma quanto le montagne gli si radunano da tergo aspre e aggrottate, altrettanto esso ride tutto aperto e pampinoso incontro al sole che lo vagheggia dall’alba al tramonto anche nelle giornate piú avare del verno. Pronunciare cosí di botto le tre dolci sillabe del suo nome, sarebbe come innamorarvene addirittura, e togliere a me scrittore il merito di un tal trionfo; onde, lettori garbati, accontentatevi di sapere per ora, come lo divida per mezzo il torrente Cornapo, nato poche miglia piú sopra tra le prime vedette del grande accampamento slavo. A destra si digrada per poggi e valloncelli un giardino intrecciato di castagneti e di vigne; e sembra che il Pittore eterno, compiaciutosi troppo di quella parte del quadro, ne abbia poi sbozzato affrettatamente le altre, dove le nude rocce si drizzano, si storcono, e precipitano nel torrente in atteggiamenti orribili e mostruosi."

A destra si digrada per poggi e valloncelli un giardino intrecciato di castagneti e di vigne; e sembra che il Pittore eterno, compiaciutosi troppo di quella parte del quadro, ne abbia poi sbozzato affrettatamente le altre, dove le nude rocce si drizzano, si storcono, e precipitano nel torrente in atteggiamenti orribili e mostruosi. Ciò nullameno sulla riva sinistra torreggia anche adesso un vasto caseggiato, che raccoglie gli aspetti di palazzo e di fattoria; e dietro di esso fino ad alcune rovinose merlature feudali s’inerpica un bosco di castagni confitto e saldato su quei greppi dalla solerte mano di molte generazioni. Quel caseggiato poi, per quanto, conosciuto dappresso, abbia viso piú d’un villan rifatto che d’un rigido guerriero o d’un parruccone patrizio, ha redatto dalle soprastanti rovine il titolo di castello, per quel sottile buon senso delle lingue volgari, che mirando al fondo delle cose o, come esso dice, alla morale della favola, imbercia sempre nel vero.

giovedì 8 maggio 2025

IL CONTE PECORAJO romanzo di Ippolito Nievo ambientato in Friuli

 


Nella primavera del 1855 Ippolito Nievo decide per la prima volta di scrivere un romanzo. Nasce così Il Conte Pecorajo, una «storia del nostro secolo», che uscirà dopo una tormentata elaborazione nel 1857 (intanto Nievo ha scritto e pubblicato, nel 1856, Angelo di bontà, «storia del secolo passato»). E mentre Il Conte esce nelle librerie, lo scrittore inizia il suo terzo e maggiore romanzo, Le Confessioni d'un ItalianoIl Conte Pecorajo, insieme ai racconti del Novelliere campagnuolo, è uno straordinario tentativo di esplorare narrativamente la realtà rurale del Friuli contemporaneo. Il progetto di una letteratura "campagnuola", diffuso nell'Europa di quegli anni, trova in Italia con Nievo una risposta capace di confrontarsi coi più importanti modelli letterari (Manzoni, Sand, Carcano), di misurarsi sulla complessità del romanzo, e di riflettere le difficili questioni - sociali, economiche e culturali - di quell'Italia regionale, povera e arretrata, ma ricca di valori e di civiltà, che era ormai avviata all'unità nazionale. La veste linguistica, eccessiva rispetto alla media ottocentesca e alle stesse abitudini nieviane, e alcuni artifici narrativi hanno ingiustamente penalizzato questo romanzo, forse il meno noto di Nievo. Eppure attraverso la storia di Santo - il «conte pecorajo» - e di sua figlia Maria, il lettore di oggi riscopre un documento vivo del Friuli preunitario, un romanzo «contadinesco» tutt'altro che banale, e la prova prima di un grande scrittore.

sabato 3 maggio 2025

MAGGIO DI CARDUCCI

(Valdicastello, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore e critico letterario italiano.

Maggio è il quinto mese dell'anno nel calendario gregoriano, il terzo mese della primavera dopo marzo e aprile. Dura 31 giorni.

                                                  Maggio risveglia i nidi
                                                 maggio risveglia i cuori;      

porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l'usignol.

Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.

Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l'acqua la terra il ciel.

E a me germoglia in cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto 

e un gufo entro il cervel.

Giosuè Carducci

da Rime Nuove

dal web










domenica 20 aprile 2025

Dall'uovo di Pasqua

 


Dall'uovo di Pasqua

è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".
Gianni Rodari
da Kobilja glava PIERHE della Benecia



sabato 19 aprile 2025

VELIKA NOČ-PASQUA AUGURI A TUTTI

 

dal Dom

                                                                   VESELA VELIKA NOČ


                                            https://it.wikipedia.org/wiki/File:Cristo_crucificado.jpg

Nella notte della stanchezza
confidiamo in Te;
al risveglio
stendiamo gli occhi del giorno
per la Tua adorazione.
Ma la nostra bisaccia
è vuota
i fiori della nostra terra
sono rovi;
il nostro cammino
è alla fine,
inchiodato sul legno
della Tua croce.
O Signore ,
dacci la forza
di afferrare il sorriso
della nostra terra,
di dar vita al fiore
della nostra anima.
Fa entrare la luce
del mattino
tra le balze
del Gran Monte.
Vieni Signore,
facci essere nuovi,
fa spuntare dalla pietra
l’amore ferito
della nostra gente.

dal libro Terska dolina- Alta Val Torre -Val de Tor
a cura di Milena Kožuh




venerdì 11 aprile 2025

Filastrocca


 Oh, i bei rami d’ulivo! chi ne vuole?

Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.


Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l’ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un po’ di pace ci fa tanto bene.
dal web

mercoledì 9 aprile 2025

Ciliegi illuminati dalla luna

 

MASAO IDO, "NEVE, LUNA E CILIEGI A KIYOMIZU

Ciliegi illuminati dalla luna


AKIKO YOSANO

DA KIYOMIZU

Da Kiyomizu
verso Gion, ciliegi
illuminati dalla luna.
È bello ogni volto
che incontro questa notte.

(da Capelli scarmigliati, 1901)

fonte il canto delle sirene

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