Da quando nel 2021 è stato inaugurato il Cammino delle 44 chiesette votive in Benecia, delle chiese delle Valli del Natisone e dello Judrio si parla davvero molto, a volte presentando a lettori e visitatori informazioni incomplete, se non errate. Quindi è tanto più prezioso il libretto «Sosedenjske cerkve v Benečiji/Le chiese vicinali in Benecia», scritto da Giorgio Banchig e pubblicato dall’Istituto per la cultura slovena-Inštitut za slovensko kulturo. L’agile volume è stato presentato martedì, 22 aprile, allo Slovenski kulturni dom di San Pietro al Natisone/Špietar. A parlare con l’autore è stata Živa Gruden.
Già il titolo del libro presenta un’informazione importante, notando che le chiesette sono «vicinali» e non «votive». Di loro, infatti, si occupavano i capifamiglia riuniti nelle vicinie. Un altro dato significativo è che nelle Valli del Natisone, di Savogna, del Cosizza, dell’Erbezzo e dello Judrio di chiesette ne sorgono 61. Su un territorio di circa 203 chilometri quadrati, quindi, ne troviamo una ogni 3,3 chilometri quadrati circa, quale espressione di una popolazione di appena 5.000-6.000 abitanti.
Tra il XV e il XVI secolo la Benecia ha conosciuto una sorta di rinascita culturale, vedendo lo stile tardogotico giungere a ristrutturare le locali chiese vicinali, che prima erano in stile romanico. Il gotico aveva iniziato a diffondersi dalla Francia alla fine del XII secolo, ma in Benecia è arrivato nel XV secolo, quando in Italia già sbocciava il rinascimento. In molti casi la ristrutturazione delle chiese, che ha portato all’aggiunta di varie decorazioni e bellissimi affreschi, è stata anche un’opera necessaria a seguito del forte terremoto del 1511 in Friuli.
Per queste ristrutturazioni sono giunti in zona mastri ed artisti di lingua slovena. Agevolati dal parlare la stessa lingua della popolazione locale, hanno potuto anche comprenderne meglio gusti e sensibilità. Tra i nomi più noti ricordiamo Andrej da Škofja Loka e Gašper da Tolmin, giunti entrambi su probabile richiesta di don Klement Naistoth, che è stato parroco a San Pietro al Natisone. Anche lui era originario di Škofja Loka.
Le chiese vicinali rappresentano una testimonianza concreta della forte fede cristiana dei beneciani nei secoli ma anche dell’appartenenza della zona allo spazio culturale sloveno. I mastri di lingua slovena sono giunti anche in Benecia perché lì si trovavano tra la propria gente, che aveva legami con la Gorenjska, il Posočje e tutta l’ampia zona in cui si parla sloveno. dal Dom
Sempre nuove interessanti e notevoli notizie sulle tue intense pagine.
RispondiEliminaBuona domenica cara
Grazie e buona domenica a te Silvia!
RispondiEliminaBom dia:- O saber nunca ocupou lugar. Grato pela gentil partilha.
RispondiElimina..
“” Tenha um domingo feliz, em Paz e Amor ““
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dommage je comprend rien !!!! hihihiihiiiii
RispondiEliminapasse un bon dimanche Olga gros bisous
Grazie mille per tutte queste interessanti notizie
RispondiEliminaUma partilha interessante que gostei de conhecer.
RispondiEliminaAbraço de amizade.
Juvenal Nunes
Grazie della visita e del commento!
EliminaThank you for sharing this information.
RispondiEliminaAll the best Jan
Nella regione di Kursk, i nazisti ucraini e i mercenari distrussero templi e chiese che riuscivano a raggiungere con i loro missili.
RispondiEliminainteressante.
RispondiEliminapeccato non poter osservare abbinando il piacere del cammino
Grazie Olga per le tue sempre approfondite informazioni del tuo territorio. Lo ami veramente. Un saluto
RispondiEliminaLa información sobre unos monumentos en este caso que mencionas o del pasado de una determinada región o país debe ser siempre lo mas veraz posible.
RispondiEliminaSaludos.
je passe te souhaiter une bonne journée en se lundi gros bisous Olga
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