i Papi dalla mia nascita
Pio XII (1939-1958); Giovanni XXIII (1958-1963); Paolo VI (1963-1978); Giovanni Paolo I (1978); Giovanni Paolo II (1978-2005).
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Penelope ♥ |
i Papi dalla mia nascita
Pio XII (1939-1958); Giovanni XXIII (1958-1963); Paolo VI (1963-1978); Giovanni Paolo I (1978); Giovanni Paolo II (1978-2005).
è uscito un pulcino di gesso arancione col becco turchino. Ha detto: "Vado, mi metto in viaggio e porto a tutti un grande messaggio". E volteggiando di qua e di là attraversando paesi e città ha scritto sui muri, nel cielo e per terra: "Viva la pace,abbasso la guerra".Gianni Rodarida Kobilja glava PIERHE della Benecia
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dal Dom |
Nella notte della stanchezza
confidiamo in Te;
al risveglio
stendiamo gli occhi del giorno
per la Tua adorazione.
Ma la nostra bisaccia
è vuota
i fiori della nostra terra
sono rovi;
il nostro cammino
è alla fine,
inchiodato sul legno
della Tua croce.
O Signore ,
dacci la forza
di afferrare il sorriso
della nostra terra,
di dar vita al fiore
della nostra anima.
Fa entrare la luce
del mattino
tra le balze
del Gran Monte.
Vieni Signore,
facci essere nuovi,
fa spuntare dalla pietra
l’amore ferito
della nostra gente.
…
dal libro Terska dolina- Alta Val Torre -Val de Tor
a cura di Milena Kožuh
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pinza |
Bona Pasqua bone pinze! è l’augurio classico che ci si scambia per Pasqua a Gorizia e a Trieste.
La pinza goriziana è certamente il dolce sempre presente nella case a Pasqua: pasta brioches ricca di uova e burro, non troppo dolce e non troppo soffice, anzi un po’ compatta, con profumo di vaniglia, rum, anice stellato e scorze di agrumi, di forma rotonda e con tre tagli in superficie. Gli ingredienti utilizzati per la sua preparazione sono: farina, zucchero, burro, uova, latte, lievito di birra, sale e aromi. Il segreto della pinza casalinga, con i suoi tre impasti caratteristici, sta tutto nell’atmosfera tiepida delle cucine, una volta riscaldate a legna, e nell’infinita pazienza delle donne nello sfidare i pani lievitati ricchi con ostinazione fino a domarli e a farli crescere! La bravura è di usare meno lievito possibile.
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titola |
Votivne cerkvice v akvarelih Pierluigija Banchiga
«L’invito che la liturgia ci fa quotidianamente è quello di lasciarci prendere per mano dalla lettura dei testi della Parola di Dio per riuscire a leggere in profondità la storia. E questo vale in particolare a Pasqua. Le comunità cristiane delle Valli del Natisone sono molto attaccate alle loro tradizioni, che sono molto importanti e significative, ma si corre il rischio di affrontarle in maniera ripetitiva. Sono giornate così intense che anche noi sacerdoti corriamo il rischio di farci guidare più dalle cose da fare, dagli impegni da mantenere, dalle tradizioni da conservare. Vorrei invece che tutti insieme ci mettessimo per tempo a contemplare le provocazioni che i Vangeli e la liturgia ci offrono nella Settimana Santa e soprattutto nel giorno di Pasqua. E’ vero, viviamo un tempo in cui i conflitti, il predominio con la forza di alcuni sugli altri appaiono sempre più preponderanti. Siamo immersi e permeati da quel buio di cui fanno esperienza anche i discepoli andando a visitare il sepolcro di Gesù. Ma tutto cambia con la luce, quando Pietro e Giovanni riescono a vedere e a contemplare il Risorto, la situazione si ribalta. Cristo si sacrifica, si fa capro espiatorio per guarire la nostra ambizione ad essere sempre i primi, lui si china davanti al nostro male per vincerlo e abbatterlo. La Pasqua ci dà la certezza che la luce prevarrà».
continua ...Don Michele Molaro: «In Benecia tante piccole luci di speranza»