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lunedì 28 aprile 2025

proverbio friulano

  


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“San Marc e San Giorc’ e jè ore di meti il sorc” ovvero a San Marco (il 25 aprile) e San Giorgio (il 23) è tempo di seminare il mais.

domenica 27 aprile 2025

Le impatiens sono impazienti di fiorire

da Vita nei Campi

 Le Impatiens sono tra le piante da fiore più amate e coltivate, per la loro straordinaria capacità di regalare fioriture abbondanti e colorate per tutta l’estate, spesso fino all’autunno inoltrato. Appartenenti alla famiglia delle Balsaminaceae, queste piante erbacee sono originarie delle zone tropicali e subtropicali di Asia e Africa, ma si sono rapidamente diffuse in tutto il mondo grazie alla loro adattabilità e bellezza ornamentale.

Il nome "Impatiens", che in latino significa "impaziente", deriva dalla caratteristica dei loro frutti, che si aprono bruscamente al minimo tocco, proiettando i semi lontano dalla pianta madre. Le Impatiens sono piante ideali per bordure, aiuole e vasi, e amano posizioni ombreggiate o di mezz’ombra, anche se alcune varietà si sono evolute per tollerare il pieno sole.
Negli ultimi anni, la varietà di Impatiens si è ampliata grazie all’ibridazione e alla ricerca botanica, dando vita a cultivar resistenti, vigorose e dai colori ancora più intensi. Tra queste, le “SunPatiens” sono una vera e propria rivoluzione nel mondo del giardinaggio. Tollerano molto bene il sole diretto, resistono meglio alle malattie e crescono rapidamente, formando cespugli densi e fioriti per tutta l’estate. Sono perfetti per aiuole o vasi grandi.
Le “Impatiens Nuova Guinea”, invece, sono conosciute per le loro foglie lanceolate e lucide, spesso screziate di bronzo o rosso. I fiori sono più grandi rispetto ad altre varietà, con tonalità che spaziano dal bianco al rosso intenso, passando per il rosa, il lilla e l’arancio. Queste piante prediligono ambienti umidi e ombrosi. Perfetti quindi per balconi e terrazzi in mezz’ombra.
Infine, le “Impatiens walleriana” sono la varietà più comune e diffusa. Conosciute anche come "fior di vetro", devono la loro fama alla fioritura instancabile e ai colori vivaci che decorano balconi e giardini per mesi. Amano l’ombra e i terreni ben drenati. Sono perfette per creare bordure luminose e appariscenti. 

Il dialetto della Val Torre


 Il dialetto della Val Torre/Terzščina è il più occidentale dello sloveno, è classificato come un dialetto del gruppo dialetti Primorska. Si parla nelle valli del fiume Ter e dei suoi affluenti nella parte occidentale della Beneška Slovenija o veneziana, una zona di confine montuosa nel nord-ovest della Regione Federale Autonoma del Friuli-Venezia Giulia nella Repubblica Italiana. Il dialetto rappresenta il bordo più occidentale dello spazio linguistico slavo meridionale e allo stesso tempo l'estrema portata dell'originale insediamento slavo meridionale in quell'area, e da allora è in continuo contatto linguistico con le lingue romanze vicine.

L'influenza dei linguaggi di contatto su una lingua si nota per la prima volta nel prestito delle parole, ma spesso è molto più ampia e si riflette anche a livelli più profondi. Mentre il dialetto della val Torre ha subito un cambiamento linguistico molto avanzato a favore dell'italiano (letterario) in particolare in passato, come dimostrano numerose influenze lessicali, formali e sintattiche, è stato nel contatto più intenso e duraturo con il friulano.
Gli sloveni della valle Terska/Valle del Torre non conoscono la lingua letteraria slovena, poiché non hanno scuole slovene o bilingui. Ecco perché hanno cercato di introdurre corsi di lingua slovena nelle scuole, ma la direzione scolastica li ha cancellati dopo poche lezioni, dicendo che la lingua slovena non dovrebbe essere usata a scuola. La propaganda anti-slovena ha avuto un tale impatto sugli sloveni nella valle del Torre che hanno sentito che la lingua slovena era inferiore fin dalla tenera età, e i loro figli sono stati avvertiti dai genitori di non parlare in dialetto nativo in pubblico o fuori dal loro villaggio natale.
Le autorità convinsero la gente della valle che quello che parlava non era il dialetto sloveno, ma qualcos'altro, in quanto usavano anche molte parole friulane. Ecco perché gli stessi locali dicono di parlare "po na šin" o a modo nostro.
La mappa mostra alcuni dei luoghi discussi nella valle Terska dolina con nomi in italiano e sloveno dove la linea tratteggiata segna il confine del dialetto terska.
Derivati friulani con suffisso omofono ‐in bokì ːn 'tele' ← furl. bochin, kunì ːn 'kunec' ← furl. cunin, p ọ̀ːdin 'vedro' ← furl. podin, saì ːn 'surova mast' ← saìn, sapì ːn 'cepin' ← furl. sapin.
Alcune parole friulane prese in prestito dallo sloveno colaç (torta), cudiç (diavolo), 'save (rana), brutule (rasoio), cos (cestino). Le parole slovene prese in prestito dal friulano sono otaebula (cevole), anatra (raze), fanta (fantat), talpa (falena),...
 
Vedi l'originale
 
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questo è un post molto ben scritto,complimenti all'autore
fonte fb

Le parole della settimana

 PAPA FRANCESCO  E' MORTO

Francesco a Trieste con il presidente Fedriga

dal web

Dopo le notizie di Papa Francesco che ci hanno riempito Tv,media,internet e radio oggi  dalle 9,39 ci sarà il solenne funerale.


funerali di Papa Francesco in Piazza San Pietro con la partecipazione di capi di Stato e delegazioni internazionali. A presidiare le esequie è il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. I concelebranti sono 980, fra cardinali, vescovi e sacerdoti, ci sono poi 200 ministri della Comunione e oltre 4 mila presbiteri. Dopo la messa esequiale ci sarà la ‘traslazione della salma’ nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il feretro sarà tumulato in una tomba semplice tra la ‘Cappella Paolina’ e la ‘Cappella Sforza’, nel rispetto delle volontà espresse da Bergoglio.

dal web

Francesco era un Papa vicino alla gente umile,per questo era molto amato,infatti  si è visto dalla numerosa partecipazione partecipazione della gente comune e dei grandi.

Era un Papa fuori dagli schemi:non ha voluto essere sepolto nelle grotte vaticane, ma a Santa Marta della quale era devoto.Non era ben visto da tutta la Chiesa per le sue idee "rivoluzionarie"accoglieva gli omosessuali,i trans,le persone deboli che per la prima volta si sono sentite parte della comunità.

Al suo funerale in piazza c'erano oltre 250.000 persone.


FASCISMO

il fascio

Il fascismo è il movimento politico d'estrema destra fondato da Benito Mussolini nel 1919, che prese il potere in Italia e governò il Paese come regime totalitario dal 1922 al 1943 nel corso del cosiddetto ventennio fascista.

citazioni

  • Il fascismo, il nazismo, il razzismo non furono funghi velenosi nati per caso nel giardino ben curato della civiltà europea. Furono invece il prodotto di pulsioni, di correnti pseudo culturali, e persino di mode e atteggiamenti che affondavano le radici nei decenni e, persino, nei secoli precedenti. Certo, nei salotti di tante parti d’Europa, dove a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, si conversava, con irresponsabile civetteria, di gerarchia razziale, di superiorità ariana, di antisemitismo accademico, forse nessuno avrebbe pensato che si sarebbe poi arrivati un giorno a quella che fu crudelmente chiamata soluzione finale, ai campi di sterminio, ai forni crematori. Ma le parole, specialmente se sono di odio, non restano a lungo senza conseguenze. Quelle idee e quei pensieri grotteschi, nutriti di secoli di pregiudizi contro gli ebrei, rappresentarono il brodo di cultura nel quale nacque e si riprodusse il germe del totalitarismo razzista. Rimasto per molto tempo allo stato latente, esplose e si diffuse, con violenza inimmaginabile, quando infettò organismi politici e sociali indeboliti e sfibrati dalla crisi economica esplosa dopo la Grande Guerra. La disperazione e la paura del futuro, di fronte all’inefficacia e alle divisioni della politica, spinsero molte persone a consegnare il proprio destino nelle mani di chi proponeva scorciatoie autoritarie, ad affidarsi ciecamente al carisma “magico” dell’uomo forte. “Credere, obbedire e combattere”, intimava il fascismo. “Obbedienza incondizionata ad Adolf Hitler” giuravano invece i soldati e i funzionari del regime nazista. La fiducia nel potere diventava un atto di fede cieco e assoluto. L’arbitrio soppiantava la legge.
  • P.Calamandrei

PARTIGIANO

Udine monumento alla Resistenza (Piazzale XXVI)Luglio

Un partigiano è un combattente armato che non appartiene a un esercito regolare, ma a un movimento di resistenza e che solitamente si organizza in bande o gruppi, per fronteggiare uno o più eserciti regolari, ingaggiando una guerra asimmetrica. Ciò che contraddistingue il partigiano dal soldato, oltre all'irregolarità, alla accresciuta mobilità e all'impegno politico e civile, è la sua natura territoriale, legata alla difesa di un'area geografica coincidente con l'area culturale di appartenenza. ¹ Letteralmente significa "di parte", ovvero persona schierata con una delle parti in causa. In Italia, con il termine "partigiano" ci si riferisce ai protagonisti del fenomeno della Resistenza sviluppatasi nei paesi occupati dalle truppe dell'Asse durante la seconda guerra mondiale.

Per "lotta partigiana" si intende una guerra di difesa di natura civile contro un'occupazione militare, la conquista o la colonizzazione di un territorio. Tale forma di conflitto è sancita come lecita anche dalla XX Assemblea Generale dell'ONU (1965) laddove dichiara «la legittimità della lotta da parte dei popoli sotto oppressione coloniale, per esercitare il loro diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza», invitando «tutti gli Stati a fornire assistenza morale e materiale ai movimenti di liberazione nazionale nei territori coloniali».da wikipedia



I funerali di papa Francesco: il video racconto

venerdì 25 aprile 2025

25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE


Buon 25 aprile! Una giornata di memoria per ricordare il sacrificio di chi ha lottato per la nostra libertà.




Tu non sai le colline

Poesia di Cesare Pavese

Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l'arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
dal web

giovedì 24 aprile 2025

La mia amica Josie non c'è più


 Ho una triste notizia è mancata la mia amica Josie.Fino due giorni fa postava le sue vignette simpaticissime.Non la conoscevo da molto tempo,era amata da tutti.Abitava in Francia.RIP cara Josy!!!

Aveva diversi blog questo è il mio preferito.


Da quando sono in Blogger ho perso parecchi amici, Tomaso,Gus,Ambra ,Alberto Cane e altri che non ricordo


25 aprile festa della Liberazione

A Pordenone dove abito io,generalmente se dici festa del 25 aprile rispondono:”Sì è San Marco”

E ‘il patrono di Pordenone e di Venezia.Anche i bambini sono convinti che la vacanza sia per S.Marco.Spero che a scuola si parli della ricorrenza della Liberazione,quando insegnavo io  lo facevo.


Il #25aprile per quanto universale non è una data per tutti. Non può esserlo. E’ un giorno profondamente divisorio nella storia d’Italia. E’ giusto così. Chi sceglie di festeggiare #SanMarco alla festa della #Liberazione ha già scelto da che parte della storia schierarsi. Sarebbe sacrosanto che anche in Istria ad esempio le minoranze autoctone italiane festeggino questo giorno come giorno della #Liberazione perchè è la più importante festa nazionale d’Italia e se sei di nazionalità italiana e ti ritrovi nello spirito di una Nazione italiana libera, e antifascista, non puoi non festeggiare il 25 aprile anche se vivi in Slovenia o in Croazia, e 25 aprile in Italia non significa San Marco, che è festa assolutamente secondaria e minore e localissima, ma LIBERAZIONE dal nazifascismo! E per questo dico, che è una data per quanto universale, profondamente e giustamente divisoria. Chi sta con il 25 aprile e chi non sta con il 25 aprile, per il resto, sarà la storia a giudicare. Intanto, buon #25aprile agli amici e alle amiche di Radio Capodistria e a chi in Istria come altrove questo giorno lo sente proprio e lo festeggia secondo lo spirito che lo anima, quello dell’antifascismo!





I mughetti

 


Sono fioriti i mughetti della Val Torre piantati nel mio giardino 

Storie e leggende del Mughetto

Secondo la leggenda, San Leonardo dovette combattere contro il demonio. Egli vinse, ma il combattimento fu difficile e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini, proprio come quelli del Mughetto.

Una tradizione antica e del tutto pagana, invece, era quella di celebrare l’arrivo della primavera offrendo tre rami di mughetto alla persona amata, agli amici, ed alle donne come segno d’amicizia. 

Allo stesso modo, il 1° maggio del 1561, Carlo IX introdusse la tradizione di offrire un rametto di mughetto come porta fortuna. Da allora la tradizione di associare mughetto, 1° maggio e Festa del Lavoro si è estesa in diversi paesi occidentali, soprattutto in Francia.

proverbio friulano


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Se al plûf Vinars Sant segno di sec che al puarte vie duquant” ovvero se piove il Venerdì Santo è segno di una siccità che porterà via tutto quanto.

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