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martedì 6 maggio 2025

6 maggio 1976 : 49esimo anniversario del terremoto in Friuli

 


Catastrofico terremoto in Friuli. Alle 21 una scossa sismica dell’ottavo grado della scala Mercalli ha devastato Maiano, Buia, Gemona, Osoppo, Magnano, Artegna, Colloredo, Tarcento, Forgaria, Vito d’Asio e molti altri paesi della pedemontana. Generosa opera di soccorso per estrarre le vittime dalle macerie. A Udine e in tutti i centri della regione una notte di paura e di veglia all’aperto. L’alba ci mostra i segni dell’immane disastro.



Vignetta di Moreno Tomasetig: L’Orcolat (“orcaccio”, spregiativo del friulano orcul, “orco”) è un mostruoso essere che la tradizione popolare indica come causa dei terremoti in Friuli. L’Orcolat è una figura ricorrente soprattutto nei racconti della tradizione popolare. Vivrebbe rinchiuso nelle montagne della Carnia: ogni suo agitarsi bruscamente provocherebbe un terremoto.
Dopo il 1976 è divenuto sinonimo del terremoto che colpì il Friuli in quell’anno.

Il 6 maggio 1976 era un venerdì ,la serata era calda.I bambini di Pradielis/Ter giocavano,come ogni sera in piazza, prima del rientro alle proprie case.

Era molto afoso,gli anziani ,come di consueto,dopo l’Ave Maria si stavano preparando per andare a dormire,per poter continuare il giorno dopo i lavori nella stalla e nei campi.

Alcuni si trattenevano nell’ osteria del paese per bere al banco un bicchiere di vino dopo le fatiche della giornata.

Tutto era calmo,poi il primo allarme,una specie di tuono,ma nessuno ci fece caso, un rimbombo, i vetri delle finestre risuonarono.Si sentì un boato,poi una terribile scossa alle 21 e 24 minuti che è durata 59 secondi(magnitudo 6,5 Richter).Il terremoto colpì tutto il Friuli e portò solo distruzione.Le case crollarono e Il terremoto colpì tutto il Friuli e portò solo distruzione.Le case crollarono e con esse tutto ciò vi era dentro,le campane cominciarono a suonare da sole,gli orologi sui campanili si fermarono alle 21.Le case di sasso crollarono e sotto di sè affondavano tutto ciò che era nelle vicinanze.Le luci si spensero ,molte fontane non erogarono l’acqua.La gente rimase di A Podbardo/Ciseriis morirono sotto le macerie 6 persone e successivamente 2 per le conseguenze.Dalle frane ,dalle rocce e dai ghiaioni si diffondeva una polvere soffocante,dalle pendenze dei Musi ,del Zajavor,dalla Velika Glava e da Tanaroba si innalzava una nebbia soffocante.Cumuli di sassi ricoprivano tutto,molte case crollarono.La gente scappava all’aperto,spaventata senza rendersi conto di cosa stesse succedendo.A Podbardo/Ciseriis due donne rimasero intrappolate nella stalla per il crollo del tetto e rimasero sotto le macerie.Anche gli animali cercavano di scappare.Gli aiuti da Tarcento e da Nimis non potevano arrivare perchè le strade erano impraticabili,gli abitanti cercarono di aiutarsi a vicenda.Si poteva arrivare a Lusevera solo a piedi attraverso i sentieri.Per prima cosa si radunarono nella Velika Njiva/Grande Campo a Bardo/Lusevera per vedere quanti erano presenti.Mancava all’appello un’anziana e quindi andarono a cercarla:era bloccata nel letto e non poteva muoversi e fu aiutata ad uscire.E così successe in altri paesi del comune di Lusevera/Bardo.Arrivarono le tende,si fecero le tendopoli e furono sistemati alla buona i tetti delle case dai proprietari.Giunsero le donazioni degli emigranti, i contributi dello Stato,delle associazioni umanitarie, gli aiuti internazionali e quelli delle nazioni vicine.I tecnici della Slovenia che avevano contribuito alla ricostruzione di Skopje organizzarono sul castello di Udine un seminario con esempi pratici per insegnare agli addetti ai lavori come si doveva aggiustare e ricostruire in modalità antisismica.Arrivarono le roulottes,molte persone furono trasferite a Lignano,Grado,in altri luoghi o da parenti.Gli animali ad Arta Terme e altri luoghi della Carnia.Furono montate le case prefabbricate slovene,le”valentine”casette di costruite dalla ditta Piero della Valentina.Poi ci fu la ricostruzione, è stato ricostruito tutto com’era,col minimo di interventi legislativi e coi risultati migliori.Trent’anni dopo ogni opera è compiuta e non c’è muro che non sia stato ricostruito come prima.Nell’immaginario collettivo ,merito dei friulani e del loro carattere laborioso.Nella realtà,risultato di scelte politiche un tempo tanto sagge.tradotto dal libro “Na izpostavljenem mestu/Tra la propria gente”racconto autobiografico in memoria di Viljem Černo scomparso

 Fu un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l’11 e 15 settembre

Aree colpita: 5.500 chilometri quadrati



 [da Messaggero Veneto, 7 maggio 1976]

lunedì 5 maggio 2025

Evoluzione e caratteri del conclave: breve excursus storico Articolo di Armando Giardinetto 3 Maggio 2025


 L’etimologia della parola è semplice: dal latino cum clave, con la chiave, nel significato di stare in una stanza, a volte segreta, chiusa a chiave senza poterne uscire. Pare che il primo a pronunciare questa parola sia stato papa Onorio III (1150 – 1227) che, se non altro, fu colui che diede inizio al diritto canonico, dove sono poste le regole del Collegio cardinalizio. Oggi tutti sappiamo che cos’è il conclave e qual è il suo scopo: i cardinali si riuniscono, dopo la morte del pontefice regnante, per eleggere un nuovo papa. Anche se non è facile delineare la storia del conclave, in questo scritto cercherò di guidarvi a grandi linee attraverso le numerose fasi che hanno portato al conclave così come lo conosciamo oggi. L’elezione del Vescovo di Roma, successore di San Pietro, non è avvenuta sempre così come siamo abituati, poiché al conclave, nel senso moderno del termine, ci si arriva dopo un lungo processo di cambiamenti interni alla Chiesa soprattutto nel periodo medievale.

Va certamente saputo, tanto per cominciare, che all’inizio della storia della Chiesa i papi venivano eletti attraverso vari modi: per acclamazione dei romani; designato da quello vigente in vita e o in punto di morte; riconosciuto dal popolo dopo un segno ritenuto divino; per approvazione dell’imperatore regnante dopo la caduta dell’Impero Romano d’occidente. San Pietro, per esempio, indicò come suo successore Lino di Volterra e questo si evince dal testo del vescovo Ireneo (122-202), Adversus haereses, dove c’è scritto: “Dopo che gli apostoli Pietro e Paolo fondarono ed organizzarono la Chiesa, essi conferirono l’esercizio dell’ufficio episcopale a Lino”. Per fare un altro esempio, dopo la morte di papa Antero (? – 236), mentre il popolo decideva su chi dovesse ricadere la nomina, una colomba si posò leggiadra sul capo del romano Fabianus che, per questo chiaro segno della volontà dello Spirito Santo, venne eletto ventesimo papa della Chiesa. Con l’Editto di Costantino, poi, si decise che il papa fosse acclamato esclusivamente dal clero romano, ma alla fine era sempre il popolo ad accettare o rifiutare la nomina. Un caso particolare fu quello di papa Giovanni III, eletto nell’anno 561, che dovette aspettare vari mesi prima che l’imperatore Giustiniano confermasse la nomina.

Il primo papa ad essere eletto de facto in un luogo segreto – il monastero di San Sebastiano sul Palatino – dove si erano riuniti i cardinali per sfuggire ai tumulti cittadini filo-imperiali, fu Gelasio II nel 1118, tuttavia non c’è ancora in questo momento una coscienza del conclave vero e proprio.

Il primo conclave della storia più simile alla forma che conosciamo oggi (c’erano stati altri prima, ma diversi nell’organizzazione) risale al pontificato di Gregorio XV (1554 – 1623), al secolo Alessandro Ludovisi, bolognese di nascita. Dal momento che regnava una confusione totale circa l’elezione di un nuovo pontefice, su cui si intromettevano re e imperatori a scopo puramente politico, papa Ludovisi, per cercare di portare un equilibrio sulla suddetta questione, scrisse Aeterni Patris Filius (1621) e la bolla Decet Romanum Pontificem (1622), con ciò sottolineava l’assoluta necessità di chiudere i cardinali sotto chiave per eleggere il successore di Pietro. Sanciva, altresì, l’obbligo dell’elezione per mezzo della maggioranza dei due terzi dei voti, generalmente segreti, dati dall’intero Collegio. Così, dopo i suoi funerali, i cardinali si riunirono nel Palazzo Apostolico ed elessero, qualche settimana dopo, il fiorentino Maffeo Vincenzo Barberini che, col nome di papa Urbano VIII, regnò per quasi 21 anni. continua  https://www.ilsaltodellaquaglia.com/evoluzione-e-caratteri-del-conclave-breve-excursus-storico/

FRIULI VENEZIA GIULIA PICCOLO COMPENDIO DELL'UNIVERSO




domenica 4 maggio 2025

LE PAROLE DELLA SETTIMANA





 CONCLAVE

Quello che scatta il prossimo 7 maggio sarà il Conclave più social della storia. In questi giorni preparatori - di incontri a porte chiuse, discussioni e ragionamenti - al di fuori delle Mura vaticane i profani e i non addetti ai lavori si scatenano: si anima anche l'universo social dei cardinali (e no) chiamati a scegliere il 267esimo Papa.

Tanto che ci si è spinti persino a creare una specie di gioco-lotteria: il Fantapapa, che ha come intestazione il significativo “Intra Omnes”, Tutti dentro. A giocare.

E così, fra una trattativa, una diceria e una preghiera, spuntano video bizzarri, reel divertenti, foto “iconiche”. A partire da quella del presidente Usa Donald Trump vestito da Papa

Berhaneyesus Demerew Souraphiel, Luis Rafael I Sako, Baselios Cleemis, George Jacob Koovakad e Mykola Bychok | Credito: Daniel Ibáñez / EWTN News

STIPENDI PIU' BASSI EUROPA

In Italia gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici sono praticamente gli stessi dall’inizio degli anni Novanta, più di trent’anni e almeno due crisi economiche fa, mentre in Francia nello stesso periodo sono cresciuti del 25 per cento e in Germania del 20. Rispetto alla crisi economica del 2008, poi, gli stipendi in Italia sono oggi persino più bassi dell’8,7 per cento in termini reali, cioè al netto dell’inflazione: significa che le persone possono fare o comprare meno cose con i soldi che guadagnano. È il risultato peggiore tra le grandi economie, secondo quanto calcolato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ed è diretta conseguenza dei molti problemi di lungo corso dell’economia italiana.

dal web



STIPENDI TROPPO BASSI IN ITALIA

Oggi è San Floriano

Il proverbio friulano della settimana
di Vita nei campi
“San Florian cul mastel in man” ovvero San Floriano(il 4 maggio) con il secchio in mano, forse per la pioggia o per il fatto che il santo è anche patrono dei pompieri e invocato contro gli incendi e le alluvio

 Un tempo ,il 4 maggio, a Villanova delle Grotte/Zavarh si faceva sagra perchè San Floriano è il patrono del paese.Oggigiorno si festeggia durante la S. Messa alla domenica.Viene cantato l’inno di San Floriano fatto comporre da don Pio Culino 83 anni fa per l’inaugurazione dell’organo.Come tradizione si benedice il vino perchè dia forza al corpo.

Floriano (… – Lorch4 maggio 304) era, secondo la tradizione agiografica, un soldato romano di stanza nel Norico, impegnato nella difesa del confine settentrionale dell’impero; in quanto cristiano, subì il martirio sotto l’impero di Diocleziano (284305): è venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne fa memoria liturgica il 4 maggio.

Chiesa dedicata a San Floriano a Villanova delle Grotte/Zavarh

San Floriano di Lorch è una figura emblematica per i pompieri e coloro che si occupano della protezione contro gli incendi. Vissuto nel III secolo e morto intorno al 304 d.C., Floriano era un ufficiale dell'esercito romano in Noricum, l'attuale Austria. Secondo la tradizione, rifiutò di rinnegare la sua fede cristiana durante le persecuzioni di Diocleziano e per questo fu gettato nel fiume Enns con una pietra al collo. È considerato un martire della Chiesa cattolica e la sua memoria liturgica si celebra il 4 maggio. È invocato come protettore contro i pericoli del fuoco, in particolare dagli incendi, e la sua immagine è spesso rappresentata con un secchio d'acqua. La sua venerazione si diffuse rapidamente e molte chiese gli sono dedicate in Europa centrale. Inoltre, è noto per un miracolo post-mortem: si narra che, quando la sua città natale fu minacciata da un incendio, le preghiere invocate al martire fecero sì che le fiamme si estinguessero. Questo episodio ha contribuito a consolidare la sua fama di protettore contro il fuoco.



sabato 3 maggio 2025

Fotografie

 

meli in fiore a Villanova delle grotte/Zavarh

il fiume Torre/Ter
maggiociondolo





MAGGIO DI CARDUCCI

(Valdicastello, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore e critico letterario italiano.

Maggio è il quinto mese dell'anno nel calendario gregoriano, il terzo mese della primavera dopo marzo e aprile. Dura 31 giorni.

                                                  Maggio risveglia i nidi
                                                 maggio risveglia i cuori;      

porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l'usignol.

Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.

Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l'acqua la terra il ciel.

E a me germoglia in cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto 

e un gufo entro il cervel.

Giosuè Carducci

da Rime Nuove

dal web










venerdì 2 maggio 2025

LA SALVIA


 🌱✨ Tra i medicamenti che erano a disposizione nell’orto o nel giardino quando non c’era la possibilità di reperire molte medicine c’era la Salvia, considerata un vero e proprio toccasana per vari disturbi. Un vecchio proverbio infatti dice “Chi ha la Salvia nell’orto ha la salute nel corpo”.


Oggi alla Salvia sono riconosciute proprietà purificanti, digestive e toniche generali. Inoltre è un buon rimedio per favorire la regolazione della sudorazione e per contrastare i disturbi della menopausa.


"Stare bene ed in salute con la Natura" con 🍀🍀 Erbecedario 🍀🍀 

giovedì 1 maggio 2025

Guida per leggere la lingua slovena

  BELLE GIORNATE CHE MERITANO UNA VISITA AL PAESE CHE CONFINA CON IL FRIULI

LA SLOVENIJA







Slovenija: usanze del 1Maggio



 Stasera in tutta la Slovenia verrà issato uno dei simboli tradizionali più rappresentativi: il mlaj.

🌿
Il mlaj è un albero (di solito abete o betulla) a cui vengono tagliati tutti i rami tranne quelli sulla cima, che viene poi decorata.
Oltre al mlaj, altro simbolo della vigilia del primo maggio è il kres, un grande falò.
Sia la tradizione del mlaj che quella del kres affondano le loro radici in più antiche usanze e riti di iniziazione 👉 https://www.slovely.eu/zivel-prvi-maj-viva-il-primo-maggio/



In Slovenia sono ancora vive usanze antiche legate al primo maggio, con varianti leggermente diverse nelle varie regioni. Una delle usanze più diffuse è l’accensione di un grande falò (kresovanje), di solito sulla sommità di una collina o comunque in un luogo ben visibile e isolato, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio.

Nel pomeriggio i giovani accatastano ramaglia e legno di scarto per preparare il falò che verrà acceso non appena si fa buio. Intorno al fuoco si radunano persone di ogni età, cantano, bevono e condividono il cibo. I festeggiamenti si protraggono fino a notte inoltrata. I falò vengono accesi anche nella notte di San Giovanni, il 24 giugno, a testimonianza delle radici pagane di quest’usanza, legata al culto del fuoco e del sole. da Slovely






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